Mando una mail, mi interessa CicliTorino, provo a contattare il titolare. Mi risponde subito, cortese. Ci accordiamo per un’intervista.
Arrivo a Torino in un orario improbabile, vengo rassicurato che non ci sono problemi. Raggiungo lo show room in via Bellezia 33. Vetrine senza insegne, in vetrina dei telai. Suono (sì per entrare da CicliTorino bisogna suonare).
Mi riceve Stefano Tarticchio, il titolare un giovanotto vicino ai 50 con due importanti baffi a mustacchio.
Mi guardo intorno e monta lo stupore. Nel cuore di Torino, in un palazzo del 1600 entro in uno show room, pavimento di legno, soffitti a cassettone e le bici esposte, a mo’ di quadri. Si respira aria di altri tempi.
Sbrigati i convenevoli, cominciamo con l’intervista
Stefano Tarticchio, chi sei?
torinese, 48 anni, sono figlio di editori, ho lavorato con mamma per un po’ ma non era roba mia. Psicologo mancato mi son messo a lavorare come autodidatta in grafica e comunicazione. Grafica applicata. Ho studiato la fotografia. Tanti lavori, tanti cataloghi per marchi importanti, con la crisi mi son dovuto reinventare.
Nel 2009 da ciclista casa ufficio ho deciso di investire nel mondo dello scatto fisso.
Ho deciso di buttarmi in questo mondo con il marchio Desgenà, ma per rendere la mia offerta completa mi sono inventato anche Ciclitorino e Tartics
Perché le bici?
la bici è un oggetto di design bellissimo, nella accezione di scatto fisso senza nulla, appesa a un muro è un quadro spettacolare.
Bici da corsa bici da turismo e qualche MTB. E le gravel?
Io avevo una linea ciclocross e naturalmente abbiamo virato sul gravel.
Gravel e turismo sono mondi molto vicini, ho grandi contatti con le lunghe distanze. Molti atleti hanno corso con le mie bici in transcontinental, è un mondo che conosco.
E poi mi convince la filosofia di andare in bici per il piacere di andarci. Il bello di scoprire posti senza una traccia, dove vai vai.
L’anno scorso mentre andavo al mare mi sono trovato in mezzo ai boschi era una bici da corsa in acciaio ma non gravel, ho capito che mancava qualcosa, ho deciso di cominciare a lavorarci sul serio.
Raccontaci la tua bici gravel
faccio tante gravel diverse, in funzione dell’esigenza del cliente: percorrenza, portafoglio.
Con Desgenà a ogni bicicletta corrisponde una declinazione differente delle geometrie:
ad esempio le mie D01, D03, D04 sono scatto fisso, corsa e anche gravel. Restano i tubi e cambiano le geometrie.
Desgenà farà anche una gravel in carbonio che uscirà l’anno prossimo.
Perché in carbonio:
carbonio unisce due fattori: è elastico, leggero e con geometria rilassata. Si può avere una bici leggera e performante.
Il tuo cliente tipo
ciclista consapevole, che sa che bici vuole. Arriva a me dopo un processo meditativo.
Ha idee molto chiare. Da me non viene, ancora il neofita.
Cosa pensi del gravel:
è l’evoluzione sociale del modo di andare in bici: tutti possono andare insieme fruendo del godere del paesaggio, senza doversi angustiare delle strade, del traffico, della competizione.
Si può pedalare nella natura senza avere capacità tecniche particolari.
Chiunque può approcciare una strada di campagna, come quando eravamo bambini. Oggi torniamo a farlo dopo una ubriacatura di automobili.
Il gravel permette alle persone di avvicinarsi alla bici. Porta le persone fuori dalla strada e non le spaventa. Niente tecnica da MTB e ciclocross, e niente rischi da traffico.
Parlaci di Ciclitorino
solo bici d’acciao, per un pubblico maturo. Bici totalmente personalizzabili, ogni cliente ottiene quello che gli serve.
Quanto sono personalizzabili?
completamente, dal manubrio alla sella al cambio tutto ciò che è disponibilie e tecnicamente gestibile. A parte SRAM uso solo marchi italiani.
Io non saldo, però disegno, scelgo i tubi costruisco l”immagine e creo le grafiche. Per me è fondamentale il rapporto con il cliente.
Parlaci del tuo modello di relazione con il cliente
Sto facendo una politica per portare le persone alla bici offrendo tutte le possibilità: è possibile noleggiare le mie bici attrezzate da viaggio, (noleggio anche la tenda) e con la Pavé otteniamo un prodotto di qualità a un prezzo decisamente entry level.
Inoltre offro anche Cicicli Torino sport & tour che è una ASD che organizza tour con le mie bici in provincia di Torino, langhe e Monferrato.
È una iniziativa che comincia ora, voglio farlo diventare il core business.
Raccontami il tuo “negozio”:
è un concept store: voglio vivere Torino dentro Torino.
Sto nel centro storico, in un palazzo del 1600 a 100 mt dal Duomo e questo mi fa vivere la città in cui sono nato con ritmi slow. Mi permette di approcciare il servizio turistico con un identità differente. Sono in mezzo alla città, il soffitto a cassettoni, qui non ci sono più di 12 bici. E’ un elemento di arredamento. Il mio è un atelier, vieni a godere di opere fatte su misura.
Il tuo negozio è un non negozio, ma se vengo posso comprare?
Certo, però compri solo marchi miei: abbigliamento realizzato da me e quasi tutto personalizzato.
Le selle sono CT e Degenà ma fatte da San Marco, come le scarpe che sono fatte da Vittoria
Che bici pedali?
Tutto, ma solo bici che faccio io. A seconda di quello che devo fare ho la possibilità di scegliere, per ogni mio capriccio, so bene che è una grande fortuna.
Mi piace andare in bici, faccio gran fondo, gravel vado in MTB. Adoro andare sulla neve con la fat.