Claudio Marinangeli è cofondatore dell’Eroica, della 100miglia e del Tuscany gravel e soprattutto un ciclista appassionato: dello sport, dei luoghi che ha scoperto grazie alla bici e delle iniziative a cui ha lavorato. Parteciperà all’evento organizzato da Gravelpeople e Novobike il prossimo 5 aprile. Lo intervistiamo per conoscerlo meglio e gli chiediamo di raccontarci qual è la sua declinazione di “esperienza gravel”.
Come ti presenteresti?
Gravellista per necessità e passione. Lo faccio per divertimento.
Come nasce la 100miglia?
Nasce da passione e necessità, pedalo da 50 anni ma nel raggio di 10 km intorno a dove vivo, a Colle val d’Elsa, ci sono 70 000 persone. Considerato l’hinterland nord di Siena capite che si fa fatica a pedalare tranquilli. Allontanandosi di circa 15 da Colle val d’Elsa, invece, ci si ritrova tra colline metallifere, Chianti… Strade perfettamente gravellabili. Si è indotti al gravel.
Come hai deciso di creare un evento a riguardo?
Dopo l’esperienza dell’Eroica, che ho fisicamente organizzato per 21 volte e che poi abbiamo venduto a un gruppo di imprenditori del nord, abbiamo deciso di impiegare queste competenze in un progetto nuovo che riguardasse il gravel.

Abbiamo creato la 100miglia ispirandoci alle gravel americane. Ero presente alla prima edizione dell‘Eroica california(primavera 2015)… Lì ho conosciuto la gravel americana. Per un caso fortuito, era presente anche un italo-americano che ha casa a Radicondoli.
Quando quell’estate è tornato in Italia ci siamo trovati e abbiamo deciso di far partire la 100miglia proprio da lì, e dall’anno dopo abbiamo creato l’evento.
Attualmente c’è un gruppo di ragazzi molto giovani che ci aiuta a organizzare, direi che sono la spina dorsale di tutto. Ad oggi siamo una ventina di persone.
Ci parli della Tuscany gravel?
Ci si iscrive online, sul sito. Si farà a Colle di val d’Elsa, 20 minuti da Radicondoli. Si tratta di un trail self-supported: noi forniremo la traccia e saremo al punto di partenza arrivo e (una novità di questa edizione) al passaggio.
Abbiamo scelto un percorso molto pedalabile, gravel al 100%. Più della metà del percorso sono strade bianche, non c’è asfalto, eccetto per i punti che servono a ricollegarsi ai tratti, e si tratta sempre di passaggi poco trafficati.
L’unico passaggio (necessario) in un luogo frequentato è al centro di Siena, per Piazza del campo.
Un percorso che consigli?
Sono rimasto particolarmente impressionato dalle zone dolomitiche: a un gravellista consiglierei di partire da Moena-Cavalese: ci sono ciclabili bellissime, e passi molto interessanti. Ho trovato molto soddisfacente, e consiglierei come itinerario, le ferrovie della Val Seriana e le zone del bergamasco.
Se si cerca qualcosa di più avventuroso invece, consiglio le Bardenas Reales, un vero e proprio deserto a un’ora di distanza da Saragozza. Intorno ci sono città grandi: Pamplona, Tudela, Logroño. Un posto molto particolare, a due ore di volo.
Altrimenti naturalmente consiglio la Toscana: sul Colle val d’Elsa si può stare un’intera giornata in bici su strade molto ben pedalabili, anche asfaltate, incrociando forse una decina d’auto. E aggiungo, vicino ci sono le Terme!
Come definiresti la disciplina gravel?

Forse bastano due concetti: poco traffico e mangiare bene. In America la gravel è sempre una gara, vince chi arriva prima. In Italia invece la declinazione è vero cicloturismo, ci si gode di più il giro. Bandite le forme di agonismo estremo, preferiamo ai gel energetici i panini e il salame e, perché no, gli alcolici. Forse vi sembrerà che non c’entri con la bicicletta, ma io la gravel la vedo così.
Francesca Limardo, Ilaria Arghenini