La sensazione è che Damiano Cremonesi, l’organizzatore e ideatore della LodiLeccoLodi, sia il tipo di persona da cui è difficile non farsi convincere a salire in bici per quanto è appassionato allo sport.
Durante l’intervista dirà: “Se sei di queste zone [bassa lombarda] sai pedalare per forza”.
Quando racconta le cinque edizioni precedenti (la prossima sarà il 7 aprile), sembra quasi che sia una scampagnata: e questo nonostante la pagina Facebook avvisi che si tratta di “una leale sfida ciclistica in totale autosufficienza su un percorso prevalentemente sterrato di circa 165 km”.
Ma no!Partecipa chiunque, da giovani a ciclisti con più di 70 anni. Per tre anni uno dei partecipanti l’ha fatta in monopattino. Personalmente l’ho fatta anche in fissa, senza marce e senza freni. Quindi si fa.
Ma come nasce ?
Prima è nato il percorso: andavo da Lodi a Cassano, lungo l Adda, poi ho trovato la ciclabile fino a Lecco.
La premessa è che mi interessava la situazione americana: ho sempre sognato la Divide [itinerario di 4.418 km che si srotola tra Canada e Messico, lungo la Continental divide, la linea immaginaria che nel Nord America separa il bacino dei fiumi che sfociano nell’oceano Atlantico da quelli che sboccano nel Pacifico, ndr], e seguivo da tempo diverse gare, tra cui Almanzo 100. Mi sono ispirato al loro regolamento.
Per esempio, l’ Almanzo è un tipo di gara iniziata con pochi ciclisti, e che all’ultima edizione contava la partecipazione di circa 1000 persone.
Ed erano quasi tutte da 100 miglia, proprio come la distanza Lodi-Lecco. Da qui, parlandone con la mia compagna Sabrina e su Fixedforum è nata l’idea.

Infatti,l’idea della prima edizione è stata sviluppata su Fixedforum che ha avuto un certo merito nella nascita di alcune Gravel dei primi tempi. Diciamo che la board di discussione e di confronto era quella, dato che i vari MTB Forum e BDC Forum sono arrivati con un certo ritardo e praticamente solo quando sono arrivate le bici da vendere.
All’inizio il sito è nato come un blog, poi mi ha aiutato il webmaster di uno degli sponsor. Oggi lo cura principalmente Sabrina.
E a proposito del regolamento: la prima regola recita “Pensate alla LodiLeccoLodi come ad un lungo e duro allenamento individuale con rilevamento cronometrico. Siete gli unici responsabili di voi stessi.” Un po’ particolare…
Mi piaceva, mi sono ispirato a quello americano ed è piaciuto così tanto da diventare il regolamento delle gravel in Italia: è capitato che organizzatori mi scrivessero per chiedermi di usarlo! Oggi veramente molte competizioni italiane hanno lo stesso tipo di regolamento, qualcuno l’ha copiato parola per parola, qualcuno ne ha preso dei pezzi.
Come si trasforma un giro che a te piace molto in un evento per tutti?
Partiamo dal presupposto che si tratta una competizione molto blanda.
Per me non deve essere un lavoro, è una passione che porto avanti, un giro che condivido perché mi piace, ma non è assolutamente competitiva e non ha pretese di esserlo, è assolutamente informale.
Prendo i tempi perché mi piace, vedo che poi ognuno vuole migliorarsi.
Oggi molti si sono trasformati in Randonnée, che è un modo di ufficializzare le gravel. Così, come la organizziamo noi, rimane gratuita e ognuno sa che può pedalare in compagnia e quando arriva trova un posto che lo accoglie.
Basti pensare che la LLL passa per cinque provincie: organizzare una competitiva richiederebbe un lavoro di burocrazia notevole. Cerco di stare lontano dalla fiscalità, non ne ho il titolo: avviso i sindaci, e rendo chiaro a chi partecipa che la loro sicurezza e il loro orientamento dipende da loro, è un giro tra appassionati [consigliamo a tutti di avere dietro un dispositivo gps e una mappa, ndr]

Questa edizione sarà il 7 aprile, la data viene scelta affinché ogni anno sia il sabato prima della Parigi Roubaix. Da quest’anno l’arrivo è al Wellington di Lodi, così che chi vuole possa avere un piatto caldo.
Partenza Partenza alla francese dalle 6:30 alle 8:30, arrivo dalle 13 in poi.
Perché proprio Lodi-Lecco?
Io pedalo da sempre, da trent’anni per essere precisi: ho ricevuto la prima bici da corsa 14 anni e non ho più smesso.
Questo è stato il percorso che mi ha convinto, perché è bellissimo, ti sorprende.
Non ci si aspetta la bellezza dei posti che si trovano andando da Lodi a Lecco passando per la Brianza: l’Adda è bella, specialmente da Cassano a Lecco, dove si entra in un canyon dove si ha l’impressione di essere fuori dal mondo.
È un percorso stupefacente dal punto di vista naturale e storico, perché si percorrono le zone dove Leonardo progettò i vecchi canali e si passa vicino alle tre centrali elettriche di Trezzo, Bertini, Esterle, con stile liberty e gotica. Talmente bello da sorprendere anche chi è della zona (più volte mi sono sentito dire: “Ma io non conoscevo…!“)
E poi ci sono 130 km tutti sterrati. Il dislivello è praticamente nullo, 250 metri circa.

Chi partecipa?
Viene gente da ovunque: un buon 50%dalla zona, da Monza a Lodi.
Molti veneti (in Veneto la gravel va molto forte), Toscana, qualcuno dalla Svizzera. Il più veloce finora è stato Marcello Lolli di Reggio Emilia, 5:53, record tuttora imbattuto.
Particolare curioso: all’epoca della prima LLL credo che in Italia l’unica bici da gravel acquistabile fosse di Salsa, un produttore americano molto sul pezzo e che attraverso i suoi distributori arrivava fino a noi.

Alla prima LLL non c’era nessuna bici Gravel propriamente detta, piuttosto ciclocross, MTB, corsa adattate, fisse ecc. Alla seconda ne arrivarono un paio e solo dalla terza edizione cominciarono ad essere una presenza consistente.
Ieri [25 marzo, ndA] alla Gravel del Duca [un giro di 100km che parte da Vignate, ndr] le bici gravel erano la maggior parte, diciamo che i produttori sono stati trascinati dalla richiesta che è partita dal basso e hanno inseguito l’utenza, spesso con anni di ritardo.
Progetti futuri?
Vorrei organizzare altri giri, magari lungo il Po, tra Venezia e Torino.Per ora è un progetto interrotto, problematico da organizzare, che richiede molto tempo…
E intanto io voglio continuare ad andare in bici!
Ilaria Arghenini