Eugenio Simoncini, il figliol prodigo torna ai telai

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Eugenio Simoncini

Eugenio sta nella sua Toscana lo raggiungiamo al telefono per farci raccontare la storia della Simoncini.
È un giovanotto simpatico, classe 1982, viene da una famiglia di telaisti e ciclisti. La “sua” fabbrica fu aperta da nonno Renato nel 49.
Erano tempi diversi, il giovane Renato Simoncini fece l’avviamento alla Pignone di Firenze, poi si mise in proprio e col fratello fondarono la fabbrica. Producendo in autonomia e lavorando come terzisti per marchi anche molto importanti, come Benotto e Aquila.
Negli anni 90 la produzione è passata al babbo, ma il mercato si è ristretto. È cambiato un po’ tutto.

Eugenio, tu a che punto della storia arrivi?

Io ho corso in bici, fino al terzo anno da dilettante.
Sono laureato e dottorato in chimica dell’ambiente, facevo il ricercatore.
Al momento della pensione del babbo non volevamo perdere la nostra storia, ma non abbiamo trovato nessuno che prendesse le redini della fabbrica. Io ho fatto affiancamento e poi data la situazione disastrata della ricerca in Italia, mi sono buttato a capofitto, facendo di necessità virtù.
Sono sempre stato ciclista, sempre stato in questo mondo e da quest’anno ho preso in mano la ditta.
Vengo da un ambiente diverso (l’università), ma ho sempre vissuto qui.
Sto cercando di portare due cose: il collegamento con l’estero e nuovi materiali. Inoltre insieme a mia moglie, sto lavorando a una filiera produttiva a partire dal riciclo dei materiali per la produzione di accessori. E tutto sembra funzionare.

Tu fai solo telai o anche bici intere?

In origine facevamo solo telai, dagli anni 90 anche bici finite.
Facciamo tutto su misura, MTB, BDC, Cross, Gravel, Tandem ma anche prototipi.
Lavoriamo il ferro per trasformarlo in biciclette.
Noi forniamo modelli precisi ma seguiamo le richieste del cliente: portapacchi, passaggi ruote ecc. Io per esempio ho una mini fat.
Lavoriamo principalmente con la saldatura a ottone. Dal 2018 cominceremo con il tig. Siccome vogliamo fare cargo bike e bici da bambino su queste lavoreremo con il tig. Stiamo preparandoci a fare titanio.

Perché quando tutti vogliono acciaio voi usate altri materiali?

Ci interessa dare più possibilità. La nostra produzione è sostanzialmente acciaio, però vogliamo sperimentare per avere e dare più possibilità.
Per noi acciaio è il migliore materiale, difficile trovare qualcosa che possa mettere insieme le caratteristiche tutte positive dell’acciaio.
Facciamo anche carbonio, carbonio fasciato a misura, ma lo consigliamo per chi fa cronometro o solo strada.
Compriamo Columbus, Dedacciai, Reynolds. Per le bici più andanti usiamo anche tubi Falck che piacciono molto in Germania.

Come funziona il rapporto con te?

Se non porti le misure te le prendo io, dopodiché sulle misure base vediamo cosa il cliente vuole: come vuoi le pedivelle, lo sposto manubrio ecc.
Poi decidiamo la tubazione: se preferisci leggerezza, robustezza, insomma dipende dall’uso finale.
Valutiamo che genere di attacchi servono.
Possiamo dartela verniciata o forniamo il telaio grezzo.
Se la vuoi montata ti facciamo scegliere i componenti (che però siano adatti al telaio, il telaio va rispettato).

Quanto costa un tuo telaio?

Dipende da tubazione e se è saldato fillet o con congiunzioni. Con congiunzioni, partono da 350 euro in su. Facciamo anche biciclette tipo eroica con meno di 500 euro Senza congiunzioni da 450 ai 1000 euro. Se andiamo sull’inox arriviamo anche a 2000 euro a telaio con la tubazione Columbus. Possiamo avere tubi stellari, oversize con piccole differenze di prezzo.
Per le gravel dai 7/800 euro in su, con gli Spirits fino a 1200
Abbiamo fatto un modello apposta per la 100 miglia con forca in acciao il telaio va dai 1400 in su.
Con il carbonio su misura, abbiamo un modello da strada da 1350 euro.

Abbiamo un meccanico che ci permette anche di intervenire su bici già fatte per sostituire il telaio.

Al Gravel come ci sei arrivato?

Nel 2013/14 dovevo rifare la bici da strada. C’era la novità dei freni a disco e facemmo un prototipo per una bici da strada con i freni a disco. In toscana prendere un po’ di sterrato è naturale per andare a vedere cose.
Allora abbiamo cominciato a riflettere su un prodotto che potesse fare strada ma anche godersi le strade bianche. L’idea era strada più sterrato.
Ci sono arrivato per caso, mi sono fatto il prototipo e mi ci sono buttato, ho seguito la 100 miglia e faccio tutte le varie manifestazioni, nell’ottica della pratica sportiva.
La gravel per come la comprendo: la bici come ti piace farla, dove ti piace andare.

Ci piace perché il mondo gravel sta dando nuova linfa all’acciaio. Sta spiegando al normale ciclista quali sono le vere caratteristiche dell’acciaio. Mettere insieme tante buone caratteristiche tecniche come fa l’acciaio è difficile. E la gravel esalta queste caratteristiche.

Tu però non fai solo telai giusto?

Guardo tutto quello che c’è come relativo alla bici.
Nel 2015 sono venuto a contatto con il mondo Gravel, introdotto da Claudio (Marinangeli nda) e siamo partiti da un vecchio sogno: camere usate per fare borse da viaggio.
Cuciamo come se fosse pelle le camere d’aria esauste. Sono borse su misura.
E altre cose, tipo oggettistica
Quando smettiamo gli sterzi delle bici, ne facciamo attaccapanni o portabici. Non sono grandi invenzioni, ma invece che gettare riutilizziamo.
Abbiamo come progetto il riutilizzo della plastica per rifonderlo e fare piccoli oggetti, sostegni per le borse, portaborraccia ecc.

Tu che bici pedali?

Ho un prototipo di inox con congiunzioni solo strada con chorus campagnolo
Ho una gravel con freni a disco con un Columbus zona e la uso sia per la strada che per il gravel. Ho fatto il Tuscany road con quella perchè mi permetteva di mettere meglio le borse. E infine ho una MTB 27.5 plus senza ammortizzatore.
Ho anche una cronoscalata con la ruota posteriore che entra nel telaio, il tubo sella rientra 

Che bici consigli a un neofita che comincia a fare gravel?

Se uno parte da zero non sa nemmeno se preferisce strada o sterrato, non ha proprio idea, sento molti ragazzi anche giovani che non sanno da dove partire.

Sul tipo di bici è ovvio che la prima spesa non deve essere eccessiva per poi poter comprare dopo la bici giusta per te. Una gravel permette questo. Una gravel in acciaio ti permette di andare in strada e sullo sterrato e provi entrambi gli ambienti.

Se puoi fare giri lunghi si riesce a scappare dalla città o da ambienti trafficati, che è una cosa che amo molto fare.

La consiglio in acciaio per partire perché può fare strada e sterrato e non la butti più via.

Tu consigli una bici su misura per iniziare?

Ho lavorato in ambiente scientifico e non so mentire, io consiglio le mie bici perché a parità di prezzo si riesce a fare una bici su misura robusta e con grande livello di leggerezza.

Facciamo carbonio su misura fasciato. Ho montato questo telaio il mese scorso, si arriva a poco meno di 8 kg. Poi mi sono montato il mio acciaio inox bello robusto e il suo peso superava quello del carbonio di poco più di 500g.

Un telaio dei nostri per un prezzo decente e hai una bici fatta a mano precisa al millimetro.
E modificabile perché sull’acciaio ci puoi lavorare.

Una bici su misura si rivende?

Non la vendi come una a taglia, la vendi peggio ma la vendi. Noi rivendiamo i telai usati che ci portano.

Quali sono le caratteristiche fondamentali della bici?

ti devi trovare bene, la cambiata, la posizione che non è solo il telaio. La durata, la resistenza. La bicicletta è un’estensione della tua sportività. Quando esci di forma la bici è il tuo punto di riferimento.

La possibilità di poter aggiornare la bici. Un telaio monoscocca senza attacchi per portapacchi può avere uno scopo solo. Una bici in acciaio può fare cose diverse. Cambiando pochi componenti.

La tua bici è per sempre?

Dipende dall’età, chi ci monta a 16 anni dovrà aspettare un po’ ad avere la bici della vita. Però con una bici che si adatta, finita la crescita fisiologica, puoi prenderti la bici per la vita.

Come faccio a capire se un telaio artigianale buono?

La simmetria e la robustezza. Tenendo i freni tirati spingo su un pedale per sentire come flette il telaio.

Poi si guardano le saldature, quanto ferro c’è nella saldatura (quanto è grossa la corda) per noi deve essere il meno possibile. Se è a fillet quanto c’è stato saldato e quanto è portato via con la limatura. Il bravo saldatore lima pochissimo.

Non è semplice da vedere però è possibile.

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