Gravel, un termine che da pochi anni è entrato nell’immaginario di molti ciclisti e che sta avendo sempre maggior seguito, una nuova concezione di andare in bici.
Una parte dei ciclisti che si sono avvicinati a questo fenomeno si è informato ed ha capito cosa e dove nasce il fenomeno gravel, resta ancora una nebbia da diradare ed è, “quali sono le bici adatte a fare gravel”.
Sui social e forum dedicati al ciclismo capita spesso di imbatterci in appassionati che chiedono lumi o postano foto di bici con la tipica domanda “ma questa bici è gravel?” oppure altri, che da poco hanno cominciato ad affacciarsi e studiare questo fenomeno, postano foto di bici MTB, spesso modificate in alcuni componenti e si lanciano in affermazioni del tipo “ecco la mia gravel” con il risultato di avviare dibattiti infiniti sulla “purezza o meno” della bici da loro utilizzata.
La verità è che non esiste una risposta univoca, il motivo è dovuto a molteplici fattori che vanno dai diversi tipi di percorsi, capacità tecniche di ognuno di noi, tipo di ciclista, preparazione atletica e tanto altro ancora.
Partiamo chiarendo un concetto, le bici gravel nascono dalla bici da strada, dalla quale mutuano le geometrie di base, a queste geometrie sono state apportate modifiche per renderle idonee ad affrontare percorsi (TC ed MC) secondo la scala CAI, o catalogati come (S0 ed S1), secondo la scala STS.
Nell’ultimo anno si sta assistendo ad evoluzioni di queste bici che per semplicità chiamo “gravel pure”, si vanno quindi modificando le geometrie in modo tale da permettere l’utilizzo di gomme fino a 45mm, carri molto più lunghi, predisposizione di freni a disco, sistemi che possano aiutare ad assorbire le vibrazioni dei percorsi sconnessi ecc. ecc.
Man mano le proposte da parte delle aziende riguardo le bici gravel si stanno moltiplicando, l’offerta si è ampliata anche a chi proviene dal mondo MTB, strizzando l’occhio (strizzando, non abbracciando), a questi ciclisti che amano percorsi più impegnativi di quelli citati, con telai studiati per affrontare percorsi MC/BC o S1/S2, il tutto grazie alla possibilità di montare gomme da 45mm e se necessario, con sistemi di ammortizzazione come quelli presenti nell’attacco manubrio o in zona sella oltre ad alcune proposte quali forcelle ammortizzate (approfondiremo il discorso forcelle ammortizzate nel gravel in seguito).
I motivi che ha portato le aziende produttrici di bici a diversificare l’offerta di prodotti dedicati al mondo gravel, in parte è rivolta a rispondere alle diverse richieste e necessità degli appassionati, ed in parte è dovuto al puro marketing, a volte proponendo soluzioni che snaturerebbero troppo il concetto di bici gravel, questa cosa sta creando confusione in una già variegata e complessa tipologia di bici.
Resta certa una cosa, il mondo gravel è riuscito a raggruppare e far convivere insieme almeno 3 diversi mondi del ciclismo.
Gli appassionati che provengono dalla bici da strada, con una cultura della bici votata alla prestazione, e per i più svariati motivi, traffico, strade dissestate o per semplice piacere di avventurarsi in sterrati battuti, strade bianche ecc. ecc. , sta trovando nella “gravel pura” la risposta al piacere di pedalare con serenità ed un diverso approccio alle classiche uscite su bitume percorrendo strade bianche e sterrati battuti, ma al tempo stesso potrà avere anche un mezzo che non lo penalizzerà più di tanto nelle uscite su asfalto e gli permetterà di mantenere buone prestazioni, il tutto nella consapevolezza che ci sono limiti nei confronti ad una BDC classica.
Chi arriva invece dal mondo della MTB sarà interessato a bici gravel diverse, telai in grado di ospitare gomme fino a 45mm, carri più lunghi e larghi un’altezza movimento centrale che renda ancora più stabile la bici fino a chi vorrebbe forcella con sistemi di ammortizzazione dedicati ad uso gravel, diverse dalle forcelle MTB. I biker quindi, scegliendo questa tipologia di gravel potranno avere una bici più snella di una MTB con impostazioni di guida diversa ma che ovviamente avrà i suoi limiti nel percorsi più complessi e tecnici ma per quelli esiste la MTB.
Mondo cicloturismo, forse quello che più di tutti sta apprezzando questa novità, sono ciclisti che necessitano di una bici molto comoda sia nelle geometrie che nei materiali, una bici che sia affidabile nel lunghi viaggi a volte fatti di migliaia di km e nelle situazioni più disparate. Per i cicloturisti un telaio ideale dev’essere in titanio o acciaio, possibilità di montare gomme da 35-38mm semplicità di manutenzione meccanica, con telai che possano accogliere diversi porta borraccia, portapacchi, e geometrie decisamente più comode della gravel classica, a volte con l’ausilio di sistemi ammortizzatori integrati dei componenti. Il mondo gravel può essere un’ottima alternativa alle classiche e pesanti bici da ciclo turismo o delle MTB visto che esistono in commercio gravel da viaggio decisamente più leggere ma comunque affidabili e solide grazie ai moderni acciai.
Francesco Dinoia
esatto,hai sintetizzato perfettamente il meccanismo che fa scattare la molla gravel. io vengo dalla mtb e ora ho “gravelizzato” ,se così si può dire, una bdc in alluminio di qualche anno fa ovviamente con i suoi limiti strutturali. Quello che mi piace di più è partire da casa(abito sotto le colline a Bologna) è decidere anche “in corso d’opera dove andare, strada,sterrato,sentiero,tutto si fa basta adeguarsi e non avere fretta fuori strada,ma per quello ho le enduro…