Un intervista a Claudio Marinangeli, Gravel Guru e titolare della nostra rubrica “Il Vangelo secondo gravel” che ha provato per noi la Exploro di 3T.
Nome e cognome: Claudio Marinangeli
Pedigree da pedalatore: Pedalo da 45 anni, sono figlio dell’austerity, un periodo che mise anche i più improbabili in bici. Da allora non mi è passata la voglia.
Ho provato a fare il corridore ma sono stato fortunato.
Io vengo da Canino (VT) luogo non adatto al ciclismo. Le squadre vicine erano o a Roma o a Grosseto. Non uscivi da casa e trovavi una squadra.
All’inizio corro alla Civitavecchiese dove incontrai Giuseppe Petito (campione Italiano dei dilettanti e poi dei professionisti) e Stefano Colagè, vincitore di 16 corse tra i pro e diverse volte azzurro.
Mi misurai, da subito, con campioni veri, invece che vivacchiare in una squadretta. Quindi la mia carriera agonistica è finita presto, mi son reso conto subito di cosa voleva dire essere campione. E io non lo ero. Decisi di mettermi a studiare. Ringrazio ancora Giuseppe e Stefano per avermi dimostrato che non era il mio mestiere.
A 23 anni mi trasferisco in Toscana, faccio l’amatore. Come amatore ero bravo perché, appunto, sono un corridore mancato, e alla fine va proprio bene così.
Nei primissimi anni 90 comincio a frequentare le gran fondo. Ai tempi c’erano: la “9 colli”, la “Maratona delle Dolomiti”” e la Fausto Coppi”. In tutte si partiva in poco più di 1.000. Proprio alla Coppi all’arrivo, ai timbri, incontro un signore che mi da un volantino. Siccome avevo le mani occupate gli dico “mettimelo tra i denti”. Mi mettono il timbro, esco, mi trovo in piazza e invece che buttarlo il volantino lo leggo. E’ una gran fondo organizzata a Gaiole. Quindi cerco questo signore. E’ il Brocci. Lo aiuto a organizzare la prima gran fondo: “La Bartali” subito dopo fondiamo il parco ciclistico del Chianti da cui nasce l’Eroica e tutto quello che ne consegue.
La prima corsa che ho organizzato, nel 78/79 a Canino alla festa dell’Unità. Era una TipoPista con bici da strada. Una qualificazione a punti con i primi 10 che andavano in finale. Non contava la qualificazione ma la finale a eliminazione, dove ogni due giri, l’ultimo si doveva fermare.
Poi, di organizzazione in organizzazione, sono arrivato all’Eroica, che abbiamo ceduto ad un gruppo di investitori tre anni fa e continuato ad organizzare, da contratto, fino all’Ottobre scorso. L’anno prossimo la potrò finalmente pedalare.
Finiti gli impegni con l’eroica mi dedicherò completamente al gravel che ho scoperto nell’Aprile 2015, quando andai a fare la prima edizione di Eroica California.
Il gravel è ovviamente figlio dell’Eroica, per l’approccio, per il modo di intendere la bici e per il modo di pedalare.
C’è anche però un’esigenza concreta per la mia virata al gravel: voglio abbassare la probabilità di farmi arrotare dalle auto. Vivo nel triangolo della Val D’Elsa, dove vivono più di 60.000 persone e dove a qualsiasi ora in bicicletta rischi la vita nel traffico. Con la gravel esco in sicurezza e vivo sereno, sulle mie strade bianche. Quindi per me Gravel è: l’amore per le strade bianche, il senso profondo dell’Eroica, la sicurezza di pedalare lontano dal traffico.
Che bici ci racconti
In questo momento la mia bici è la Exploro: ho avuto modo di conoscerla 3/4 giorni prima della prima gravel di Radicondoli, giugno 2016. Dopo il gran battage di comunicazione che avevo fatto su FB ricevo una telefonata da Edi, il commerciale della 3T che sta facendo le presentazioni ai giornalisti. Nella Villa medicea di Carmignano la bici viene presentata per la prima volta. Invitano noi di 100miglia per andare a vederla. La pedalo in quell’occasione insieme a René Wiertz, il boss. Conveniamo che non vanno a casa ma con 4 bici e un gazebo verranno a farla provare ai ciclisti nella nostra manifestazione di Radicondoli. Da lì nasce questo sodalizio. Da subito ne ho una in prova e quindi posso dire di essere un early adopter.
Una grande casa che la prima volta che decide di fare una bici fa una gravel, sebbene loro siano il massimo della componentistica per la strada e ciclocross.
E’ una gravel di altissimo livello. E’ una bici in carbonio ma non rigido. Col carbonio si può fare anche una cosa elastica. Dipende dalla geometria, dalla struttura, dal processo di produzione.
E’ molto adatta alla gravel: struttura rilassata, per starci sopra molto tempo. In fondo è una bici da strada con angoli endurance e molto elastica. Puoi farci Randonnee molto lunghe e andare su strade bianche.
Passaggi ruote ampi per raccogliere gommature generose; elastica, guidabile e molto aereodinamica. Servirà meno che se vai a 50 km/h ma l’aereodinamicità serve sempre.
Per ottenere questo risultato, viene testata nella galleria del vento a San Diego (unica che permette di provare sotto i 100 all’ora) ne esce una bici testata con varie conformazioni di tubo. Viene provata anche nel fango, fotografano lo sporco e lo realizzano con le stampanti 3d. Provano conformazioni dei tubi sempre con lo stesso fango. Solo la loro voglia di sperimentare e la passione può far fare questo.
Esce fuori un prodotto con una sezione molto aereodinamica che permette di andare a velocità significative anche sul gravel.
Pensata per chi vuole andare forte o per chi vuole “consumare meno”.
La bici nasce con il monocorona, anche se è disponibile la versione con la doppia. La scelta del mono è anche “ecologica”: quello che non c’è non costa, non si guasta e non richiede manutenzione.
Il telaio è predisposto per essere usato con tutti i gruppi, senza fili esterni.
3 cose sì, sì, sì!
Vocata all’utilizzo di un giorno, se fai lunghi raid meglio avere più rapporti. Ma per l’utilizzo in una giornata è il massimo.
Molto leggera; molto elastica. Non è vero che il carbonio debba essere per forza rigido, è possibile ottenere delle soluzioni anche piuttosto elastiche.
Riceve sia ruote da 27,5 con gomme fino a 58 mm o da 29 con gomme più piccole fino a 42/44 mm. Come diametro esterno i due set-up si equivalgono ma hanno una grande differenza nella capacità di smorzare le asperità del terreno e di scorrevolezza.
3 cose “meglio di no”
Non ha predisposizioni per portapacchi
Non è sostanzialmente adatta per i viaggi
Siccome è molto “race” va usata da chi sa guidare.
Per chi è adatta
Come dicevamo è perfetta per i giri in giornata: per testarla sono andato di proposito varie volte con i gruppi di MTB.
Ti dirò: io ho anche abbastanza manico [sono esperto ndt]; in quella situazione rispetto alle MTB perdo un po’ nelle discese a rotta di collo ma in salita nessun problema.
Adattissima al veloce e per me che ho voglia di stressare un po’ tutto mi permette di andarci dappertutto.
Se si decide per un raid in più giorni dipende dal fisico. Io che ho un buon allenamento l’ho sperimentata con una soluzione bikepacking e mi ci sono divertito. Certo non è la cosa più comoda.
Dipende anche dal tipo di ruote, se ti attrezzi con ruote leggere e con gommatura giusta non fa paura nulla. Anche l’asfalto. Dopo averla provata in assetti più o meno standard mi appresto a sperimentarla proprio sull’asfalto, in assetto stradale, vi racconterò l’effetto che fa.
Per chi non è adatta
Non è adatta per quelli hanno abiurato al carbonio, per gli “integalisti”.
Non è la “prima bicicletta”, chi la prende per provare il gravel secondo me sbaglia. E’ una bici a cui arrivi dopo, quando hai allenamento, quando hai esperienza e cominci ad avere voglia di andare più forte.
Perché si può andare forte anche contro sé stessi, che poi è la cosa più divertente della bici.
La cosa migliore che hai fatto in sella
Ho fatto il giro dell’eroica: un gravel leggero: partito all’alba, tornato al tramonto con un grande sorriso in faccia e molta polvere addosso.
Da Siena a Siena. Fatto in 14 ore fermandomi a mangiare con le gambe sotto il tavolo. 216 km di cui più della metà di strade bianche e con 4000 mt di dislivello in quel tempo secondo me dimostra che la Exploro è una bici che consente di fare qualsiasi cosa.
Quanto costa?
Difficile stare sotto i 6000 euro. Come sempre dipende dal montaggio. E’ certo che una bici del genere si merita un gruppo e una componentistica di alto livello. La mia è montata con il FORCE della SRAM, col 42×11-42
Ci sono due telai: quello nero/grigio (LTD), più race, che costa 4000 euro.
Quello bianco/rosso (TEAM), poco più pesante ma più elastico, che costa 3000 euro.
Ciao bellissima recensione,
volevo chiederti una delucidazione in merito all’utilizzo delle ruote da 27.5″ o 29″. Dici “Come diametro esterno i due set-up si equivalgono ma hanno una grande differenza nella capacità di smorzare le asperità del terreno e di scorrevolezza.” Intendi in proporzione al copertone che potrebbe essere montato o proprio alle diverse dimensioni del cerchio? Grazie mille ciao
Mi sono preso il tempo per sentire Claudio, il nostro tester, che ti risponde così:
Si intende in proporzione alle dimensioni del copertone che ci potrebbe essere montato.
I diametri dei due cerchi sono infatti nettamente differenti. Facciamo riferimento, per intenderci meglio, ai diametri effettivi dei cerchi che sono, rispettivamente, 584mm per il 27.5″ e 622mm per il 29″.
Nella Exploro si possono montare gomme da con i cerchi da 584mm 2.2″ e gomme da 1.6/1.7″ con i cerchi da 622mm.
Inoltre è importante sapere che, in realtà, tra 28″ e 29″ non ci sono differenze in quanto il diametro in mm del cerchio è lo stesso e cioè soliti 622mm. Insomma, è solo una “trovata” commerciale. Normalmente ci si riferisce a 28″ (o 700C) quando si parla di Bici da Corsa e a 29″ quando si parla di MTB.
Grazie Lele!! Adesso attendo con ansia la prova su strada!!!!
Ciaoooo
Ciao Lele!!buon anno intanto!!
Mi chiedevo, a quando la promessa recensione da parte di Claudio Marinangeli della 3t exploro in assetto da corsa??
Grazie mille
Ciaooooo