I dogmi, la Francia e la bici

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Chi mi conosce lo sa: sono negato nell’organizzare.
Eppure, nonostante questo, ormai ho acquisito una certa dimestichezza.

Il sabato a fine servizio mi chiedono un cambio turno: sarei libero lunedì anziché giovedì. Ed essendo domenica giorno di chiusura, significa avere due giorni liberi di seguito.
Fiuto la possibilità di un mini viaggio. Dico sì.

Dove andare?
Prendo tablet, accendo il pc e telefono in mano: uno per il meteo, uno aperto su booking.com, uno per tracciare la rotta.
Dovrei vedere il Birrificio de Bellevaux, che ho clamorosamente cannato domenica scorsa (ve l’ho detto che sono negato…) e, visto che non devo rientrare in giornata, potrei andare in Germania.
La zona a cui penso è piena di colline e montagne. Ed io adoro scalare.
Ma uno dei tre oggetti tecnologici, mi informa subito che è prevista neve. E scalare, ma soprattutto scollinare, in mezzo ad una tormenta non è il massimo. Mi ci sono trovato per caso, in passato, ma programmarlo è da stupidi.

È da tanto che non vado in Francia (l’ultima volta ho dovuto fare l’autostop perché ho forato due volte ed alla seconda ho spaccato la valvola…).
All’una di notte tutto il giro è disegnato: 140 km da fare in due giorni e B&B completo di SPA. Salite ovviamente presenti, ma niente di troppo faticoso.


L’intenzione è quella di arrivare nel primo pomeriggio per godermi l’alloggio (ILLUSO).

Metto la sveglia. Il treno non è nemmeno ad orari proibitivi. Parte alle 8 per arrivare poco prima delle 11.
Vado a letto.
Il giorno dopo, dopo il viaggio in treno, me la prendo comoda: sono solo 60 km.
Il meteo è molto incerto, fa freddo ed è nuvolo, ma io sono ben attrezzato.
Inizia la campagna aperta: le salite in mezzo al nulla, I borghi medievali… Ed io ho un sorriso in faccia che manco un bimbo.
Spunta il sole: raggiungo un lago stupendo che avevo visitato nel 2015… Ho bei ricordi.
Mi godo il panorama e mi fermo spesso a guardarmi intorno: ho tanto tempo e poca fretta (sì, me la stavo chiamando da solo).

Buco. (ma porc…)

Non trovo il cacciagomma. in nessuna delle mie borse (ne ho più io che Paris Hilton quando giro in bici).
Per fortuna sui nuovi cerchi tirare fuori il copertone è facile… Se non fosse che la temperatura cala e comincia a fioccare sporadico… Ho le mani congelate. L’operazione prende più del previsto (45 minuti in totale: sono un impedito!)

Riprendo il cammino: adesso è territorio vergine.
Il meteo comincia a farsi strano.
Raggiungo il lago.
Paesaggio mozzafiato.
Il cielo è minaccioso.

Non faccio in tempo a raggiungere il lungolago, che comincia a grandinare.
Non è grandine violenta, ma è costante e sempre più fitta.

Ho scordato il cacciagomma, ma ho portato la visiera da sci. Suca! (così, impersonale).
Ho la conferma, come se ne avessi bisogno, che sono un winter rider: amo andare in bici col freddo. Faccio tutto il lago con la grandine.
Torno sulla strada: sembra di essere nell’occhio del ciclone. È qualcosa di indescrivibile. Ho fame, non ho pranzato, e nonostante il GPS segni i 60 km, il conteggio delle birre è a 0.
Controllo. Il B&B è a meno di 10 km.

Sono quasi le sei. Ad un km dalla meta, il sole tramonta in un gioco di luci che… Ma che ve lo dico a fare?
Arrivo a destinazione: il B&B in mezzo al nulla e i proprietari sono due contadini super gentili. Cerco di usare il mio francese sgangherato, chiedo della jacuzzi. Ne ho proprio voglia! Sono l’unico cliente del giorno: mi dicono di sì.
Prima di entrare, chiedo se posso avere una birra. Mi indicano un mini spillatore da 5L, accanto c’è un salvadanaio. Mi dice di mettere 2 euro ogni volta che spillo. Rido. Nonostante sia siciliano, pago tutte le volte. So che è un B&B. Ma io ho fame. Chiedo alla signora. Mi stampa un sorriso da nonna, e mi dice che ci pensa lei. La adoro già!

Entro nella sala SPA: Il senso di tutta la giornata è lì.

Per la bucket list essere ubriaco dentro una jacuzzi: fatto!


Mi trascino a forza fuori dalla vasca un’ora dopo: non so se è la pressione bassa o le 3 Leffe a stomaco vuoto, ma trovo grosse difficoltà. Mangio. Vado a letto sorridendo.

Mi sveglio l’indomani di buona lena, ma avverto un freddo pungente. Apro la tenda e si stampa sui miei occhi un paesaggio da cartolina: è tutto innevato.
Faccio colazione, mi congedo ringraziando più di un giapponese, e mi metto in marcia in quello scenario da favola. Il percorso tracciato per oggi è prevalentemente di strade bianche o secondarie. Lì non passa lo spargisale.

Nonostante non abbia le gomme adatte, procedo senza intoppi, fino a che non mi rendo conto di una cosa: il soprassella inizia a darmi molto fastidio.
Mi alzo sui pedali per cercare di sistemare la situazione: ora, l’equilibrio su una strada semi-ghiacciata è piuttosto precario, ma la decisione di mettermi in piedi è troppo oltre. Scatafascio al suolo.
Mi rialzo. Controllo le leve della bici. Il freno posteriore non si aziona. Panico.
Mi servono 10 secondi buoni per capire che il freno posteriore non funziona perché sto azionando il comando anteriore (ve l’ho detto: non sono pratico).
Mi rimetto in viaggio.

Dopo pochi km sono in uno dei tratti più belli che io abbia visto da quando ho iniziato a viaggiare in bici: un lembo di terra completamente innevato, solcato da due fiumiciattoli ed immerso nella natura.
Il tempo sembra essersi fermato: una mezz’ora da sogno.
Lascio la campagna per raggiungere la statale. Mi aspettano 40 km per rientrare alla prima stazione belga.
È ancora presto (e dajeee): se trovo un ristorantino mi sfondo. Intanto è spuntato il sole. La giornata è gelida, ma piacevole. Raggiungo una piazzetta di un borgo simpatico. Mi sdraio 10 minuti per bere e riposare. Vado per inforcare la bici ed il destino mi ricorda due dogmi della mia vita:

1) non importa come o chi: tu con le donne non avrai mai fortuna. Fattene una ragione!
2) in Francia si buca due volte.

Cerco di sistemare la cosa, per fortuna ho la schiuma di emergenza. Funziona. Mi rimetto in marcia. Butta vento e la strada fa schifo: 30 km di superstrada in zona industriale con i tir che mi fanno il pelo a 180 km/h. Sono stanco.
Ho fame e le birre continuano ad essere 0 anche oggi. Finalmente arrivo in stazione. Hanno la birra nel distributore automatico (i belgi so’ avanti!).

Arrivo a casa, prendo una pizza, mi faccio un’altra birra e decido di scrivere il racconto di questa fantastica due giorni che ha tutto il sapore della vita.

Non importa come o chi: finirà sempre nel peggiore dei modi con le donzelle!
(e in Francia si buca due volte).

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