Michele Pigozzi: il sarto delle biciclette

0
2553

Michele Pigozzi, 34 anni, veronese, falegname mancato era a caccia di un lavoro che gli somigliasse, finisce nella bottega storica dove lo portava il padre da piccolo. La bicicletta diventa il suo lavoro oltre ad essere la più grande passione.

1- Baffi, barba (importante) e bici: chi è Michele Pigozzi
Sono amante e cultore della bicicletta. All’università ho studiato scienze politiche, ho vissuto e viaggiato in Sud America. Per pagarmi i viaggi facevo il falegname e da ragazzo correvo in bici. La bici è sempre stata un punto fermo della mia vita. Mio padre mi portava in bici e mi insegnava ad aggiustarla.
Il sabato mattina venivo nel negozio che ho rilevato, fin da bambino.
Avevo aperto una ciclofficina popolare. Volevo fare un lavoro artigianale, ma il legno mi stava stretto. Volevo imparare. Ho ricominciato con le single speed. Sono venuto nella bottega che oggi è mia come apprendista ho chiesto se potevo lavorare dal ciclista per imparare.
A un certo punto ho cominciato a lavorare solo con le bici. Quando il proprietario chiuse io decisi di rilevare il tutto.
Ero un romantico.

Adesso sono un ciclista urbano, un viaggiatore compatibilmente con il tempo della famiglia. Mi sveglio pensando alle bici e mi addormento pensando alle bici.

La bicicletta è bella, io sono innamorato della bicicletta.

2- quando e perché la bici da passione è diventata professione
Sono diventato professionista per caso, dai tempi in cui mio padre mi insegnava ad aggiustare le camere d’aria.
Con la ciclofficina popolare ho cominciato a mettere mani nelle bici.
La falegnameria non mi insegnava nulla, sono tornato alle bici.
Mi sono scontrato con il mercato che chiede un tipo di lavoro che non assomiglia alla bottega storica in cui mi ero infilato.
Ho deciso di fare solo biciclette custom su misura.
Per poter lavorare in un negozio storico devo lavorare a raccontare la mia storia.
3- ma bene bene, Cicli Pigozzi che cosa fa?
Progetto bici con il ciclista. Sia su misura sia che risponda alle esigenze specifiche. Tutto quello che è customizzabile rispetto all’immaginario e all’uso di viaggio. Viaggio casa lavoro, giro del mondo e tutto quello che ci sta in mezzo.
Metto su ruote l’immaginario di chi decide di pedalare.
Chiacchiero con il ciclista, prendo le misure, progetto la bici, scegliere tubazioni.
Mi affido a degli artigiani per saldare e verniciare il telaio. Compro componentistica, assemblo le ruote e monto la bicicletta.
La prima domanda è: che bicicletta pedali? E cosa vuoi fare con la bici che stiamo progettando.
La bicicletta deve rispondere alle aspettative. E deve essere semplice da riparare.
4- oltre a farle le bici pedali? Cosa pedali? Hai un'”impresa” da raccontare?
Nasco come ciclista urbano. Ho molte bici, una per ogni uso specifico. Porto a scuola la bimba con una cargo.
In questo periodo pedalo gravel, perché ho poco tempo; lo investo pedalando fuori dall’ordinario per rigenerare mente e spirito in campagna o nel bosco.
Partecipo a molti eventi o iniziative attorno a questo mondo.

Abbiamo partecipato al Tuscany trail con mtb single speed con un amico dializzato.

Serviva a dimostrare che nonostante la dialisi si può fare tutto, basta organizzarsi.
Tutti alla stessa andatura e quando serviva, scendevamo e spingevamo tutti insieme.
Ho fatto una randonee da Trondaim a Oslo la stirke proven in Norvegia 600 km in tappa unica. In 30 ore, senza allenamento. Conta più la testa dell’allenamento. Conta la voglia di divertirsi. Se non ce la fai ti fermi e il mondo non finisce.
5- La tua bici ideale, le bici le fai immagino tu abbia un’idea precisa
In questo momento è una bici il più polivalente possibile, per viaggiare agevolmente in qualsiais situazioni. Bici sempre pronta, preparo le borse e parto. Una bici da viaggio per andare dove voglio.
6- Quante bici hai?
10 bici una per ciascuna necessità, compreso quella “da palo”
7- una cosa da dire a uno che comincia a pedalare
non spendere troppo poco per la prima bici, la bici deve dare soddisfazione, e tarare il proprio immaginario, bisogna andare per step. non fare il passo più lungo della gamba, senza essere troppo timidi.
8- dimmi una cosa molto gravel
Andiamo a fare un giro in bici domani? Dove andiamo? Andiamo verso la trattoria e poi decidiamo.

CONDIVIDI
Articolo precedenteDario Colombo, un telaista a modo mio
Prossimo articoloGravel desk, un’introduzione
Lele Rozza
Cicilista ciccione, cicloviaggiatore randagio. Pedala da anni, approda al gravel perché ci vuole una bici con cui fare tutto quello che serve. Pervicace spinge sui pedali su e giù per le colline dell'Oltrepo nella speranza di perdere peso. Ma alla fine c'è sempre una merenda.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome