Parigi-Roubaix 2018: il commento di Marinangeli

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Slovakia's Peter Sagan all'arrivo della 116 edizione della Paris-Roubaix/ AFP PHOTO / JEFF PACHOUD (Photo credit should read JEFF PACHOUD/AFP/Getty Images)

Claudio Marinangeli inizia la conversazione sull’edizione 2018 della Parigi-Roubaix riferendosi al dramma di Goolaerts, trovato a terra a 125 km dall’arrivo in arresto cardiaco e morto poco dopo. 

Premetto, non sono medico ma essendo loro super atleti super controllati non ha spiegazione che gli esploda il cuore. Dopo essere giudicati idonei, per giunta. La risposta migliore è il silenzio.

Vorrei intervenire riguardo alle polemiche che ci sono state a proposito degli altri atleti, che non si sono fermati e non hanno prestato soccorso:

Una cosa che rischiamo di sottovalutare è che quando passi in discesa non puoi renderti conto di quello che è a terra. Quando vai piano scendi a 50 km/h.

Non hai il tempo di valutare. Nelle corse ci sono risorse che garantiscono intervento immediato, perciò chi si ferma rischia di disturbare. Il corridore non si ferma: è abituato a cadere e sa che eccezion fatta per casi gravissimi non si muore in bici nonostante si caschi.

Coloro che criticano chi non si è fermato dimostrano di non conoscere queste situazioni.

 

Due parole riguardo al grande risultato Peter Sagan, autore di un’azione da fuoriclasse cominciata a 54,3 km dal traguardo. Solo lo svizzero Dillier è riuscito a tenere testa allo slovacco.

A 25 km dalla fine Sagan  e Dillier guadagnano oltre un minuto sugli inseguitori. Sul Carrefour de l’Arbre Sagan prova l’allungo ma Dillier non molla e così fino all’ingresso nel Velodromo. Il traguardo è tagliato per primo dal fuoriclasse slovacco, partito a 54 km dall’arrivo.

 

Ho avuto la sensazione che abbia rallentato e sia rimasto attaccato allo svizzero negli ultimi km proprio per farsi aiutare ulteriormente, ma che avrebbe vinto comunque. Si è avviato piano e quando ha capito che era in vantaggio, ormai vicino all’arrivo, ha deciso di dare il massimo e ha concluso così una grande corsa.

Ritengo che sia stato molto intelligente a non voler strafare. Ha saputo usare la testa: è rimasto tranquillo molti km senza accelerare. Ha saputo sfruttare la situazione, ha tenuto le energie per il finale, si è trovato davanti quasi in un moto di stizza per gli scatti che gli altri facevano già dall’inizio.

Non è più il Sagan ingenuo dal punto di vista tattico.
A me sembra che sia nella condizione di vincere qualsiasi corsa.

 

 

 

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