Da dove arriva il Gravel? Pare dagli Stati Uniti

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Il “Gravel” nasce negli Stati Uniti. Fuori dalle città, gli USA sono disseminati di strade bianche, di ghiaia, chiamate B-Road.

I ciclisti statunitensi avevano bisogno di bici veloci, diverse dalle Mountain Bikes ma capaci di percorrere le B-Road.Questa storiella, oramai, la conosciamo tutti. Tutti gli articoli che provano a spiegare cosa sia il gravel partono da qui. Ma cosa interessa a noi? Sono affari loro! Da noi asfaltano anche le stradine che conducono alle proprietà, una strada asfaltata la si trova sempre.

Come sono le gravel? Le gravel non sono delle bici ciclocross, hanno geometrie più “rilassate”, carri più lunghi e angoli di sterzo più aperti. Non sono delle mountain bike col manubrio curvo e nemmeno delle bici da corsa perché hanno le ruote larghe. Anche quest’altra storiella l’abbiamo sentita ripetere mille volte.

Ma allora, cos’è il gravel, perché dovrei fare gravel? Per fare le B-road? Per avere le geometrie rilassate? Per avere il manubrio curvo e le ruote larghe? No!

Gravel è altro. E’ moda dice qualcuno. E’ il modo di godersi la bici dico io.

Cosa è il gravel per me? E’ libertà, è assenza di competizione, è viaggio, è natura, è avventura, è stare in bici 20 ore, è fermarmi a guardare il panorama dall’alto, è stendermi in un prato su una collina delle Langhe, è guardare la valle sotto la strada militare dell’assietta, è guardare i laghi dal tracciolino, è pedalare e dimenticare i problemi, è parlare da solo mentre pedalo, è viaggiare di notte sul lago o nel bosco tra i cinghiali, è emozionarmi davanti a qualcosa di inaspettato.

Colle del Nivolet

Mi viene in mente l’ultimo viaggio. Dovevo arrivare a Santhia in auto per andare sul Nivolet in bici. Appena fuori Milano mi sono stancato di guidare, ho parcheggiato e sono andato in bici. Ho percorso il doppio dei km. previsti, sono tornato a tarda notte, praticamente mattina e ho fatto un viaggio di 20 ore in Piemonte tra paesi e i boschi del parco nazionale del Gran Paradiso che non dimenticherò.

Il “gravel”, per me, è questo. Partire, magari con una traccia pronta, ma essere pronto ad ogni cambiamento. Non avere limiti e non badare al tipo di fondo, asfalto, sterrato, sentiero. Va bene tutto. La bici gravel è la conseguenza di uno spirito, non il contrario. Viene da se che, quando la bici deve assecondare uno spirito di quel tipo, non possa essere una bici specialistica. Non può essere una bici da strada e nemmeno una mountain bike. La gravel deve essere una bici polivalente, che sia in grado di offrire comfort sulle lunghe distanze, che possa viaggiare indifferentemente su strada e in fuori-strada.

Perché gravel? Semplicemente perché è bello. Evitare le competizioni domenicali su strada dove l’unico ricordo che si porta a casa è il sedere di colui a cui si è succhiata la ruota e il KOM sulla salita. Evitare i soliti giri in mountain bike nei soliti posti di sempre perché non si ha voglia di prendere l’auto per spostarsi di 50km. Il gravel è più bello. Si fa tutto in bici su strade secondarie non trafficate, anche non asfaltate, nella natura, attraversando i paesi.

Da questo spirito nasce la bici gravel da noi. Non per l’esigenza di percorrere le B-Road ma per l’esigenza di vivere la bici in modo diverso, alternativo.

La gravel è già matura, il mercato lo conferma. Passano al gravel tanti “stradisti” e biker stanchi e/o pentiti e tante persone che, valutandone lo spirito, vogliono iniziare ad andare in bicicletta. Il mercato “bici” è in fermento. Dopo l’ondata Mountain Bike degli anni ’90 e primi 2000, il mercato, non ha visto praticamente nulla di nuovo fino ad oggi. Oggi, con l’avvento della E-Bike e delle gravel, la bicicletta sta ritornando ad avvicinare tante persone e questa è una cosa estremamente positiva.

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Fabio Galli
Sono il proprietario di un negozio di bici con un passato da manager di multinazionale, ne ho viste di tutti i colori. Oggi, ho la fortuna di fare un lavoro che mi permette, ogni giorno, di vivere le mie passioni. Lavoro a Monza e abito in Brianza. Uso la bici tutti i giorni e di tutti i tipi, la MTB, la strada, l’eroica e, da qualche anno, la gravel. Da quando utilizzo la gravel, non ho più limiti. Posso uscire la mattina alle 4 e tornare la mattina successiva alle 6 dopo 350 km.

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